trio
La cena di compleanno
di -andreami-
09.11.2017 |
27.531 |
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"Rimaniamo gli unici commensali rimasti..."
È il compleanno di Cristina. Come ogni anno si festeggia in un locale della zona. Noi due soli, senza amici. Liberi da impegni e con qualche ora da dedicarci. Cristina si presenta vestita elegante. Un bell’abito nero, lungo fino al ginocchio. Scollatura generosa. Sandali neri con tacco alto. Spero indossi biancheria sexy e magari autoreggenti, ne vado pazzo. Non che abbia intenzioni trasgressive, ma conoscendoci, non si sa mai.
Il locale è di lusso. Il nostro tavolo è appartato, tovaglia di un tessuto ricercato, posate d’argento, lume di candela, cibo sopraffino e vino altrettanto. Insomma tutti elementi per una serata perfetta.
Il vino bianco un po’ frizzante scelto da me rende subito allegra Cristina. Di solito le crea una naturale eccitazione. La predispone favorevolmente a un certo tipo di avances. La guardo negli occhi e capisco che ha una certa voglia che sta tenendo repressa. Si morde il labbro mentre ci guardiamo.
Sorrido, mi guardo intorno.
“Giochiamo?” le propongo.
“Mmmm, sì!” mi risponde.
Faccio scivolare la mano sotto al tavolo. L’appoggio alla sua coscia, le sollevo l’orlo della gonna. La mano scivola tra le cosce, è caldissima. Accarezzo l’interno coscia attraverso il tessuto delle autoreggenti.
Lei non è passiva. A sua volta allunga una mano e l’appoggia sulla patta dei miei pantaloni. Sente che sono eccitato. Tanto.
Nel frattempo le mie dite risalgono le sue cosce. Supero la balza delle autoreggenti. Il calore aumenta. Le sfiora la stoffa delle mutandine. Le indossa. Sono leggermente umide.
Ci guardiamo intorno, pochi avventori, nessuno ci nota. Passa un cameriere. Chiede se abbiamo bisogno. Cristina lo guarda. Credo pensi che sia un bell’uomo, molto signorile come il locale impone.
Per un secondo i loro sguardi si incrociano. Forse ha intuito cosa sta succedendo sotto al tavolo?
“Non abbiamo bisogno di altro, per ora” gli rispondo.
Nel frattempo continuo a toccare Cristina, lentamente.
Il cameriere se ne va.
“Secondo me ti stava guardando le tette”
Mi sorride e nello stesso tempo allarga le gambe. La mia mano ha campo libero, scosto la leggera stoffa delle mutandine. Le sfioro la fica. La sento perfettamente liscia, già abbastanza bagnata. Mi sembra anche leggermente aperta. Vogliosa.
“Cameriere” fa Cristina. Lui si avvicina. “Un’altra bottiglia di vino, per piacere”
Mentre ci versa il vino Cristina fa cadere il cucchiaio. Il cameriere si china subito per raccoglierlo e intuisco che abbia visto la mia mano tra le cosce di Cristina. Si rialza visibilmente imbarazzato. Incrocio il suo sguardo. Sorrido.
“Piacerebbe toccarla anche a te?” gli chiedo sottovoce.
Nei suoi occhi un lampo di desiderio. Ma consapevole del suo ruolo nel locale si allontana discretamente. Continuo a giocare con la fica di Cristina. Ormai è un lago di piacere. Sento i suoi umori che colano lungo le cosce. Il locale nel frattempo si è svuotato. Rimaniamo gli unici commensali rimasti.
Cristina mi guarda.
“Ti voglio! Scopami ora” mi sussurra.
Chiamo di nuovo il cameriere.
“Dov’è la toilette?” gli chiedo
“In fondo alla sala, sulla sinistra” ci indica, e con un moto di coraggio “se volete posso accompagnarvi”
“Gentilissimo” gli risponde Cristina.
Cristina si sistema la gonna sotto al tavolo. Quindi ci alziamo e tenendoci per mano seguiamo l’uomo attraverso l’ampia sala.
“Ecco signori, prego” tenendo aperta la porta del bagno ci fa accomodare.
Ci guarda. Penso abbia intuito le nostre intenzioni.
“Se vuoi puoi guardare” gli dico guardando Cristina. Sembra colta di sorpresa, ma non preoccupata.
Il cameriere rimane basito per un secondo. Si guarda intorno. Noi entriamo nell’antibagno. La porta si richiude dietro noi due.
Entriamo in uno dei due bagni. È una stanza grande, pulitissima. I sanitari da una parte, il lavandino di fronte alla porta. In un angolo una sedia. Faccio appoggiare Cristina al lavandino. La guardo. La bacio. Le lingue si inseguono nelle nostre bocche. Le sollevo la gonna. Scosto le mutandine. È un lago. Mi stacco da lei e mi inginocchio. Le mutandine sono nere, trasparenti. Gliele sfilo e le lascio cadere a terra. Le guardo la fica perfettamente depilata. Con due dita la apro delicatamente. E lecco. Lecco avido, assetato.
Sentiamo la porta dell’antibagno aprirsi. Mi fermo. Guardo Cristina che trattiene il respiro. Guarda verso la porta del bagno che avevo lasciato socchiusa. Nello specchio appare il cameriere che sta spiando attraverso la fessura lasciata aperta.
“Sei un maiale” mi accusa Cristina
“Vuoi che lo faccia entrare?” le chiedo.
“Sì, fallo” mi risponde.
Mi alzo, mi dirigo verso la porta. Vedo l’uomo che si ritrae. Gli faccio cenno che può rimanere, anzi. Può entrare in bagno con noi.
“Entra, goditi lo spettacolo. Non puoi toccare, a meno che sia lei che te lo chiede. Se vuoi masturbarti, sei libero” lo catechizzo.
Con un sorriso un po’ imbarazzato accetta. Chiude la porta dietro di sé e si mette a sedere sulla sedia.
Bacio Cristina. La alzo di peso e la faccio sedere sul ripiano del lavandino. Le allargo le cosce. Mostro orgoglioso la sua fica perfetta al nostro ospite. Poi mi abbasso e ricomincio a leccarla. È bollente e bagnatissima. La lingua scivola dal clito alle labbra ormai aperte dall’eccitazione, giù fino al culo. Infilo un paio di dita. Le affondo dentro di lei. Cristina ansima.
Poi mi spinge via con una mano. Scende dal ripiano e si mette in ginocchio davanti a me. Mi abbassa la zip dei pantaloni. Infila una mano e tira fuori il cazzo durissimo. Si avventa vogliosa su di lui. Lo scappella e lo bacia. Poi inizia a leccarlo lungo tutta l’asta, dalle palle alla punta. Lo prende in bocca. Lo succhia vogliosa. Dopo poco si rialza. Si mette con le mani sul ripiano del lavandino e guarda il cameriere riflesso nello specchio che si masturba. Il vestito sollevato in vita che mostra il suo culo generoso e sodo.
“Ti piace guardare? Dimmi cosa vuoi vedere, come ti piacerebbe che mi scopasse?” gli chiede, lasciandomi stupito per questa sua sfrontatezza che non conoscevo.
Il cameriere balbettante “Ma… ma… non so… ecco, io…”
“Tu cosa? Dai, che non resisto, voglio venire” lo incalza Cristina.
“Ti sfonderei la fica” risponde finalmente risoluto.
“Allora dai, accontenta il nostro amico, sfondami, scopami, forte come ti ha chiesto lui” mi ordina guardandomi negli occhi attraverso il riflesso dello specchio e mordendosi il labbro inferiore.
Non mi faccio ripetere la cosa due volte. Avvicino il cazzo alle sue natiche. Lei si apre bene le chiappe e con la cappella punto la fessura della fica ormai fradicia. Non trovo resistenza. Il cazzo scivola dentro veloce. Comincio a scoparla in profondità con colpi secchi e veloci. Come ha chiesto il nostro guardone.
Cristina si dimentica di essere nel bagno di un ristorante e ansima forte, come fa lei quando è eccitatissima.
“Sì, scopami! Fammi godere! Ti piace vero? Sei un maiale, ti piace scoparmi davanti agli sconosciuti. Maiale!”
Continuo a scoparla con forza. Gli ansimi di Cristina sono cadenzati con i colpi. Vedo nello specchio il cameriere che si alza e si avvicina. Sempre con il cazzo in mano.
“Non la toccare, eh” gli intimo.
“No, no, volevo vedere meglio… posso?”
“Avvicinati” gli dico.
“È che…” balbetta.
“Cosa?” chiedo mentre continuo a dare colpi a Cristina che si gode rumorosamente il mio cazzo in fica.
“Io la scoperei nel culo” se ne esce il guardone.
“Aaaaah, vuoi vedere come lo prende bene anche dietro?”
“S... s… sì” balbetta.
Guardo Cristina riflessa nello specchio. Ha seguito la discussione anche se intenta a godersi la scopata. Dal suo sguardo capisco che vuole accontentare il cameriere.
Esco dalla fica. Le allargo le natiche. Mi bagno le dita nella fica che cola umori lungo le cosce e lubrifico il suo magnifico buco del culo. Infilo un dito, poi due. È talmente eccitata che anche il culo è dilatato. Avvicino la cappella al buco. Spingo piano ed entro. La poca resistenza che c’è all’inizio se ne va appena Cristina si rilassa. Entro lentamente. Fino in fondo. Cristina ansima. Guardo il nostro nuovo amico. Si sta godendo ogni attimo.
Mi piego su Cristina.
“Sta per scoppiare” le sussurro all’orecchio.
“Lo vedo” mi fa lei “vorrei che giocasse con noi. Vorrei che mi toccasse”
“Sei la festeggiata, va bene” le rispondo.
Cristina gira la testa verso l’uomo che ormai era di fianco a noi.
“Accucciati e leccami la fica mentre lui mi incula” gli ordina “Dai!”
Il cameriere si siede per terra tra le gambe di Cristina. Inizia a leccarla mentre con la mano continua a masturbarsi.
Io continuo a incularla prima lentamente e man mano che il culo si rilassa sempre più veloce.
“Sìììì, mi piace” urla Cristina, incurante del fatto che siamo in un luogo pubblico.
Le stringo le tette tra le mani. Cerco i capezzoli. Sono turgidi. Glieli strizzo attraverso la stoffa del vestito.
“Sììì, scopami, scopami… vienimi dentro”
Non resisto e vengo mentre anche Cristina urla di piacere per l’orgasmo che le arriva alla testa. Fiotti di sborra le riempiono il culo.
Il cameriere smette per un attimo di leccare. Esco lentamente da Cristina. Lei si china verso il cameriere. La sborra esce piano e gocciola sul pavimento tra le gambe dell’uomo.
Gli prende in mano il cazzo. Due colpi e viene. Copioso. Sulle mani di Cristina.
Guardo la scena. Io in piedi in mezzo al bagno di un ristorante in giacca, cravatta e pantaloni abbassati ai piedi. Cristina accucciata per terra con il vestito tirato su fino ai fianchi. Il culo scoperto e una mano piena di sperma. Il cameriere seduto per terra davanti a lei con il grembiulino bianco spostato di lato e il pisello fuori dalla patta dei pantaloni.
Ci guardiamo. Ridiamo.
FINE
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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